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Rubrica Lavoro&Welfare. Smart working: da soluzione emergenziale a nuovo paradigma del lavoro? Rischi e opportunità per il dopo Covid [ pa.19 ]

Sala: Sala rossa

La sessione Inapp affronta il tema dello smart working in periodo di emergenza sanitaria, ma con uno sguardo al futuro e sotto molteplici aspetti. Vengono evidenziati impatti ed evoluzioni del lavoro agile negli interventi dal titolo:

“Il futuro dello smart working e i possibili effetti indesiderabili sulla disuguaglianza dei redditi”
“Le Piattaforme digitali e il futuro del Lavoro. Prime evidenze sui lavoratori delle piattaforme in Italia”
“La regolazione del lavoro digitale in Italia: lo stato dell’arte nel confronto comparato”
“Lo “Smart working” in ottica di genere: sfida o trappola?"
 

A cura di

Programma dei lavori

Intervengono

Scicchitano
Il futuro dello smart working e i possibili effetti indesiderabili sulla disuguaglianza dei redditi

In uno studio recente abbiamo esplorato il ruolo dell’attitudine allo smart working nella distribuzione del reddito da lavoro in Italia. Abbiamo mostrato che i lavoratori con un’alta attitudine al lavoro agile hanno in media un vantaggio salariale del 10% rispetto ai lavoratori con una bassa attitudine allo smart working, che raggiunge il 17% tra i lavoratori con i redditi più alti. Si dimostra che l’attitudine al lavoro agile favorisce le fasce di reddito più alte, nonché i dipendenti di sesso maschile, i più adulti e quelli che vivono nelle province più colpite dal nuovo coronavirus. In termini di indicazioni di policy, il lavoro rende evidente che l’eventuale diffusione del lavoro agile come modalità di lavoro ordinario, favorita dall’effetto di polarizzazione del progresso tecnico e accentuata nel corso di questa emergenza, rischia di esacerbare le già esistenti disuguaglianze di reddito in Italia. Questa dovrebbe pertanto essere affiancata da politiche di sostegno al reddito abbastanza ampie da coprire i dipendenti più vulnerabili nel breve periodo, e da politiche attive in grado di colmare potenziali lacune di competenze nel lungo periodo.

Bonacini Luca, Gallo Giovanni, Scicchitano Sergio  (2020) Working from home and income inequality. Risks of a ‘new normal’ with COVID-19, pubblicato in Journal of Population Economics. First Online October 2020. DOI: 10.1007/s00148-020-00800-7

 

Sergio Scicchitano INAPP Biografia

Sergio Scicchitano è un economista e primo ricercatore presso l'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP). Ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato in Politica Economica. In precedenza è stato Visiting Lecturer presso la School of Economics and Finance della Queen Mary University of London e ha lavorato all'Agenzia per la Coesione Territoriale - ex Dipartimento per le Politiche di Sviluppo. Ha ottenuto il dottorato di ricerca in Economia Politica all’Università di Roma “La Sapienza”, presso cui ha svolto vari insegnamenti su incarico. I suoi interessi di ricerca sono nel campo dell'economia del lavoro, dell'analisi delle politiche e dell'econometria applicata.

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De Minicis
Le Piattaforme digitali e il futuro del Lavoro. Prime evidenze sui lavoratori delle piattaforme in Italia

Nell’edizione 2018 dell’indagine INAPP-PLUS (Participation, Labour, Unemployment, Survey) sono state inserite delle domande (Modulo Gig Economy) volte a rilevare le caratteristiche di tutti i soggetti che guadagnano tramite piattaforme digitali, vendendo prodotti, affittando beni di loro proprietà, o realizzando attività lavorative.

In questo intervento considereremo i dati relativi a quanti hanno dichiarato di lavorare tramite una piattaforma digitale. Ci si riferisce cioè a quanti dedicano parte del proprio tempo nello svolgimento di compiti lavorativi, quindi che presuppongono un pagamento finale, ottenuto e realizzato mediante l’utilizzo di piattaforme digitali (presenti nella rete).  

Nell’intervento si forniranno informazioni su: 1) quante persone in Italia lavorano tramite piattaforme digitali; 2) la loro età; 3) il loro titolo di studio; 4) la loro condizione/fragilità economica e 5) il contratto di lavoro applicato.  Seguendo questo ordine verranno presentate informazioni e dati su tale dimensione produttiva di beni e servizi che, soprattutto nella fase emergenziale sanitaria, ha avuto un incremento notevole sia per il numero di lavoratori coinvolti, sia rispetto all’incidenza sul contesto sociale di riferimento. Una dimensione produttiva che mediante l’utilizzo di algoritmi, da anni realizza processi lavorativi riportando ad unità compiti lavorativi svolti in diversi ambiti spazio-temporali. 

 

 

Massimo De Minicis INAPP Biografia

Massimo De Minicis Ricercatore INAPP (Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche/Struttura Lavoro e Professioni). Si è occupato di mercato del lavoro, qualità dei servizi per l’occupazione e disuguaglianze sociali. Le sue analisi riguardano studi ed evidenze sul lavoro contingente e indagini sulla relazione tra gli istituti del mercato del lavoro e l’indebitamento privato. Le sue ultime pubblicazioni interessano temi legati all'analisi delle Labour Platform, alla crisi sanitaria e allo studio e classificazione degli strumenti di assicurazione contro la disoccupazione e di allocazione pubblica reddituale. Oltre ad analisi di approfondimento della relazione tra soggettività precarie e forme populiste.

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Marocco
La regolazione del lavoro digitale in Italia: lo stato dell’arte nel confronto comparato

Molti paesi si sono confrontati con questa questione, anche perché questo tipo di lavoro rende incerto, ancor più del passato, il sistema binario attorno al quale è stato costruito il diritto del lavoro nella maggior parte dei paesi. Le soluzioni apprestate sono state coerenti con le tradizioni dei singoli paesi.

La maggioranza dei paesi europei in ogni caso non ha approvato una specifica legge: ci si è affidati ai giudici, che decidono come inquadrare e tutelare questi lavoratori, anche perché in molti paesi è possibile l’inquadramento in una categoria intermedia tra lavoro subordinato e autonomo (ad es. Inghilterra e Germania, come del resto in Italia).

La legge italiana è importante perché affronta molte delle questioni emergenti, in parte anche evidenziate dalla nostra indagine.

La questione, però, necessità di ulteriori approfondimenti. Gli strumenti di regolazione tradizionale non appaiono, infatti, più l’unica strada per tutelare i soggetti bisognosi di protezione.  

La dimensione sovranazionale delle piattaforme e la sostanziale inaccessibilità degli algoritmi che gestiscono prestazioni lavorative generano problemi di difficile soluzione con rimedi giuridici tradizionali. La sfida da affrontare è quella di elaborare nuove strategie regolative in linea con le evoluzioni di uno scenario così fortemente connotato in senso tecnologico. Per rispondere a queste sfide, stiamo guardando in due direzioni:

A) Tecnoregolazione

B) Data-driven labor studies

 

Manuel Marocco INAPP Biografia

Manuel Marocco è ricercatore Senior INAPP e Responsabile del gruppo di lavoro “Innovazione tecnologica, relazioni industriali e mercato del lavoro”, Dottore di ricerca in Diritto delle relazioni di lavoro. I suoi principali temi di studio sono le politiche del lavoro, l’occupazione atipica e le relazioni industriali.

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Cardinali
Lo “Smart working” in ottica di genere: sfida o trappola?

 Il lavoro da casa, per esemplificazione denominato “smart working”, ha avuto nel lockdown una notevole differenza di genere nel suo impiego e nei suoi effetti. Terminato il lockdown, nella fase di transizione ad una ripresa delle attività produttive, in un contesto di nuovi spazi e regole delle relazioni sociali, ha avuto un ruolo diverso per uomini e per donne ed ha contribuito a disegnare alcuni scenari possibili.

Ne parliamo anche sulla scorta anche dell’indagine Inapp da me coordinata "Dalla Fase 1 alla Fase 3: quale transizione per uomini e donne?”, somministrata on line nel mese di luglio 2020,  in cui vi è stato un modulo specifico sul lavoro da casa per lavoratori e lavoratrici pubblici e privati over 18.

Immaginando, ora, una fase di messa a sistema di questa misura non si può non tenere conto del fatto che NON si tratta di uno strumento NEUTRO.  E pertanto il dibattito sul futuro dello Smartworking va guardato con attenzione, a partire dalla adozione di stereotipi che associano al suo sviluppo una connotazione “femminile”, ritraendolo come uno “strumento per le donne” diretto ad agevolare un carico familiare di cui si suppone, erroneamente, le donne essere uniche titolari.

Il futuro dello SW, anche in ottica di genere , ha ben altre potenzialità, ma presenta al contempo anche rischi, sfide e resistenze, che coerentemente ad un approccio di gender assessment ex ante, vanno adeguatamente pianificate nella fase di progettazione della riforma. Tra i rischi principali si evidenzia la stereotipizzazione di genere e la cristallizzazione dell’ottica del “benefit”; l’effetto collaterale di isolamento ed esclusione sociale soprattutto per persone con disagi o disabilità; le resistenze al cambiamento nella cultura organizzativa e nel ruolo della rappresentanza.

Di contro, lo SW offre l’opportunità di una occasione che possa aprire un dibattito su un nuovo concetto di produttività, che migliori il livello di qualità globale e che – in ottica di genere – sia il volano di una maggiore partecipazione femminile e un contributo diretto – e quasi rivoluzionario -  alla riduzione dei divari salariali di genere.

Valentina Cardinali INAPP Biografia

Esperta di mercato del lavoro e politiche di genere, svolge attività di ricerca presso l'Istituto nazionale di analisi delle politiche pubbliche (Inapp) dove è responsabile della Struttura Mercato del lavoro e coordina gruppi di ricerca in tema di analisi di genere del mercato del lavoro e politiche pubbliche. Già docente di Sociologia politica presso la Facoltà di Scienze politiche e di Sociologia generale presso la Facoltà di Lettere dell’Università Sapienza di Roma, è full member per l’Italia dell’ International Network on Leave Policies and Research (LP&R) e componente del Forum della parità del CNEL. Attualmente è componente della Commissione istituita dal Ministro del Lavoro su occupazione femminile e gender pay gap. 

Dal 2017 è Consigliera regionale di parità del Lazio e in tale ruolo coordina il Forum territoriale della parità del territorio della Regione Lazio. 

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