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FORUM PA, PELUFFO (CNEL): ENTI LOCALI STRATEGICI NELLA RIPARTENZA, MA MANCANO RISORSE UMANE

“La ripresa economica e sociale dipende e dipenderà molto dal pieno funzionamento della macchina statale e dalla soluzione in tempi brevi delle criticità che ne hanno caratterizzato l’azione negli ultimi decenni, dei veri e propri colli di bottiglia che bisogna affrontare. Questo è senza dubbio anche l’obiettivo delle semplificazioni su cui il Governo è al lavoro e su cui il CNEL ha presentato nei giorni scorsi un Documento di Osservazioni e proposte”.

Lo ha affermato Paolo Peluffo, segretario generale del CNEL, intervenendo oggi al Forum PA, nel webinar “La Pubblica Amministrazione dopo lo stress da Covid-19. Criticità e punti di forza già emersi dalla Relazione 2019 al Governo e Parlamento sulla qualità e i livelli dei servizi pubblici del CNEL”, insieme al prof. Emanuele Padovani dell’Università di Bologna, uno degli autori della Relazione 2019 del CNEL.

“Immaginate come sarebbe stato affrontare la pandemia senza la sanità pubblica, senza un sistema di assicurazione generale a carico dello Stato, senza gli enti locali e senza i servizi pubblici! L’impegno dell’Amministrazione pubblica è stato straordinario durante la pandemia e per affrontare la crisi. Va riconosciuto l’impegno dei singoli lavoratori dello Stato, di quelli degli enti territoriali, della sanità, della logistica e di tutti gli enti che hanno svolto un ruolo fondamentale di fronte a una difficoltà di lavoro notevole con difficoltà di connessione per il telelavoro, innanzitutto, in molti casi con strumenti propri, e quindi noi dobbiamo ringraziare il sistema pubblico. Nel pieno della pandemia nessuno può dire che non sia stato evidente il valore economico e sociale dell’attività pubblica – ha aggiunto Peluffo – Dall’anno 2000 a oggi il sistema pubblico ha subito un processo di impoverimento di capitale umano. Siamo il Paese che ha meno dipendenti pubblici in rapporto agli abitanti, soffriamo l’assenza di infrastruttura umana in settori chiave, una delle regioni che registra la maggiore sofferenza è la Lombardia. Siamo al di sotto del 30% rispetto a Francia e Germania, abbiamo una macchina pubblica impoverita, ridotta di personale. Abbiamo un’amministrazione pubblica con 500.000 lavoratori in meno dell’inizio del secolo. Mancano circa 4.000 Segretari comunali su 7903 Comuni, e se molti professionisti coprono più Comuni, in questi giorni risultano 2549 sedi vacanti. Abbiamo quindi enti essenziali che forniscono servizi essenziali senza la figura che ne assicura il funzionamento. Mancano 14mila assistenti sociali e psicologi per i servizi sociali dei comuni, mancano gli asili nido, mancano ingegneri, geometri e tecnici informatici.

“L’impatto del Covid-19 sui Comuni – ha sottolineato il prof. Padovani – sta delineando una nuova geografia della finanza locale. I comuni maggiormente colpiti dalla pandemia sono quelli con elevata autonomia finanziaria, i Comuni del Centro-Nord, e quelli a vocazione turistica. Le minori entrate oscillano fra i 5,4 mld e gli 8,7mld di euro. Questo fa emergere l’insufficienza dei provvedimenti normativi del Governo che, oltre alla rinegoziazione/posticipazione dei mutui e prestiti e l’anticipazione di risorse che però dovranno essere restituite, hanno fornito risorse ‘fresche’ e aggiuntive per 3 mld (circa 3,9 mld se si considerano i ristori per la cancellazione ex-lege di alcune voci d’entrata locale), mancando quindi all’appello da 2,4 a 5,7 mld. Gli squilibri maggiori si verificheranno per i Comuni di Lazio, Emilia-Romagna, Molise e Toscana, i Comuni turistici con riduzioni differenziali medie delle entrate fra -5 e -10%; i Comuni capoluogo del Centro-Nord con una autonomia finanziaria elevata o dipendenti dal turismo avranno maggiori difficoltà”.

“Il Covid-19 ha colpito duramente i Comuni che si sono trovati in prima linea a dover garantire i servizi ai cittadini – ha detto Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA – Una dura prova che, come fotografa questa analisi sulla finanza locale, ridisegna la geografia del nostro Paese al di là dei classici stereotipi, in cui a resistere meglio all’erosione di risorse sono state le Amministrazioni apparentemente più deboli a causa della scarsa autonomia finanziaria. Un paradosso che richiama l’urgenza dell’intervento del Governo per supportare i Comuni e accompagnarli nel nuovo ruolo che stanno via via assumendo in questa crisi: diventare “città resilienti” potendo sperimentare soluzioni innovative per adattarsi alle sfide e alle minacce. Un ruolo possibile solo attraverso la necessaria dotazione finanziaria”.

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